La cultura nella quale cresciamo ci forma, ci educa, ci arricchisce, ci appesantisce. 
Non basta una vita per comprenderla, per amarla e per capire che siamo tanto altro. 
La cultura familiare è un viaggio verso la nostra identità, ci dona dignità e ci permette di sviluppare un profondo senso di appartenenza. E’ un viaggio che affrontiamo con tanti bagagli, non tutti nostri, con vele, remi, ancore, scialuppe e fisarmoniche.
Cresciamo tra racconti, musica, cibi, profumi e saperi che ogni giorno ci raccontano un po' di noi e il nostro bagaglio diventa sempre più ricco e sempre più pesante.
Più ricco e più pesante. 
La storia raccontata dai nonni diventa la nostra storia e all’improvviso non siamo più passeggeri bensì capitani e così senza capire come e perché le nostre decisioni, le persone che scegliamo, la destinazione del nostro viaggio inizia a seguire una rotta segnata molto prima che nascessimo.
Siamo una famiglia in viaggio, cosa vuol dire papà?
Siamo alla ricerca della nostra casa?
Tu l’hai trovata papà?
Sei arrivato a Itaca papà?
Quanti viaggi sei?
Quanti luoghi siamo?
Chi deve proteggere, preservare e ricordare la propria cultura lontano da casa deve affrontare un viaggio senza rotta con coraggio. Allora il mare diventa traditore e beffardo. Il vento non finisce mai di soffiare e lo sforzo per ritrovare la rotta si fa sempre più grande.
La propria lingua e le tradizioni di una vita diventano scialuppe. Sempre troppi i dispersi…l’identità, la dignità, l’appartenenza, i profumi,i colori, le persone amate.
Al tempo che non basta mai,
alle conquiste, alla passione,
agli addii, alle scoperte,
ai tuoi pensieri diventati quadri. 
[Eleonora Sasso, Vice Presidente di Alice Cooperativa Sociale]
…questa terra l’ho amata, cantata, dipinta, è dentro di me. Io le appartengo. E’ nella mia mente con tutte le sue bellezze, le sue contraddizioni e le sue realtà che in parte non conosco. 
Spero solo che l’intimità dei miei pensieri, dei ricordi e della lingua che uso per pensare e parlare a me stesso, continui ad accompagnare le mie giornate
[Giovanni Sasso]
ITACA 

Quando ti metterai in viaggio per Itaca 
devi augurarti che la strada sia lunga, 
fertile in avventure e in esperienze. 
I Lestrigoni e i Ciclopi 
o la furia di Nettuno non temere, 
non sarà questo il genere di incontri 
se il pensiero resta alto e un sentimento 
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. 
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, 
nè nell’irato Nettuno incapperai 
se non li porti dentro 
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga. 
Che i mattini d’estate siano tanti 
quando nei porti - finalmente e con che gioia - 
toccherai terra tu per la prima volta: 
negli empori fenici indugia e acquista 
madreperle coralli ebano e ambre 
tutta merce fina, anche profumi 
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi, 
va in molte città egizie 
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca - 
raggiungerla sia il pensiero costante. 
Soprattutto, non affrettare il viaggio; 
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio 
metta piede sull’isola, tu, ricco 
dei tesori accumulati per strada

[Konstantinos Kavafis
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